Nel 2025 si potrà andare in pensione a 63 anni: non si tratta però di una buona notizia

Nel 2025 non dovrai attendere i 67 anni per accedere alla pensione: potrai farlo a 63. Ma attenzione: non è una buona notizia!

Nel 2025 cambieranno molte cose per quanto riguarda le pensioni e molti di noi potranno smettere di lavorare ad appena 63 anni anziché a 67: quattro anni prima, dunque, ma non è una buona notizia. Vediamo perché.

riforma delle pensioni
Brutte notizie sul fronte delle pensioni – Radiogioiosamarina.it

Andare in pensione prima è sempre un bene? No, non sempre. Molti italiani – forse tutti – sognano di lasciare il lavoro ben prima dei 67 anni stabiliti dalla legge Fornero nel 2011. Purtroppo solo chi ha una percentuale d’invalidità alta o chi appartiene a categorie lavorative specifiche, può ritirarsi prima di aver raggiunto tale soglia anagrafica.

Il Governo di Giorgia Meloni sta già lavorando alla bozza della manovra di Bilancio per il 2025 e una cosa è certa: sul fronte delle pensioni cambieranno molte cose. Forse alcune misure che oggi conosciamo, il prossimo anno non esisteranno più. In compenso potrebbero esserne introdotte di nuove per agevolare una certa flessibilità in uscita.

Da quel che si è potuto capire fino ad ora, dal prossimo anno molti lavoratori potranno accedere alla pensione a soli 63 anni e non a 67 anni: ben 4 anni prima quindi. Ci sarà veramente da esultare? No, anzi: probabilmente le conseguenze saranno tutt’altro che positive.

Pensione a 63 anni: ecco perché non c’è da esultare

La situazione delle pensioni si fa più urgente che mai ma è anche complicata da risolvere in quanto non ci sono abbastanza risorse economiche per cancellare la legge Fornero e agevolare le uscite anticipate dal lavoro. Le priorità del Governo ora sono altre e molti lavoratori rischiano una brutta stangata.

pensioni nel 2025
Pensione a 63 anni ma non è una buona notizia – Radiogioiosamarina.it

Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti – in quota Lega – è stato più chiaro che mai: non ci sono risorse per mettere in atto una riforma delle pensioni strutturale che ci consenta di dire addio per sempre alla legge Fornero. Anzi: il CNEL – Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro – sta valutando di aumentare il requisito contributivo: dal prossimo anno, quindi, per accedere alla pensione di vecchiaia ordinaria potrebbero non bastare più 20 anni di contributi ma potrebbero servirne almeno 25.

L’estensione a tutti di Quota 41 sembra ormai pura utopia: costerebbe troppo. Le priorità del Governo – come ha ribadito il ministro Giorgetti – sono trovare le risorse per riconfermare il taglio del cuneo fiscale, l’abbassamento delle aliquote Irpef e la rivalutazione del 2,7% delle pensioni minime.

Solo a quel punto si potrà pensare anche alle pensioni anticipate. La misura più a rischio sembra essere Quota 103. L’ipotesi più probabile è che si trasformi in Quota 104: dunque l’età pensionabile potrebbe passare da 62 a 63 anni sempre con almeno 41 anni di contributi e con il ricalcolo contributivo dell’assegno. Brutta batosta, dunque, per i nati nel 1963 che proprio nel 2025 compiranno 62 anni ma non potranno ancora lasciare il lavoro.

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