La residenza è un fattore chiave per stabilire il nucleo familiare e calcolare l’ISEE: ecco cosa succede in caso di cambio di residenza.
Per il calcolo dell’ISEE (l’indicatore della situazione economica equivalente fondamentale per poter ottenere benefici e agevolazioni statali) bisogna tener conto del nucleo familiare. Ovvero di tutti i membri che vivono sotto lo stesso tetto. La residenza è il riferimento che determina chi fa parte di questo nucleo e, di conseguenza, quali redditi e patrimoni vadano considerati nell’ISEE.
Così, quando si tratta di stabilire i requisiti per l’accesso a varie agevolazioni sociali, come bonus, borse di studio, sconti fiscali ed esenzioni sanitarie, la residenza influisce in modo determinante. Questo perché quando si richiede l’ISEE, è necessario compilare una DSU, la dichiarazione sostitutiva unica, in cui si specifica la residenza e si elencano tutti i membri presenti nel nucleo familiare.
Spesso però due coniugi possono avere una residenza diversa perché separati, per motivi di lavoro o se nel nucleo familiare il rapporto è di convivenza. Nel caso di coniugi con residenza diversa, la normativa vigente per il calcolo dell’ISEE prevede delle regole specifiche.
Un caso molto diffuso è quello dei coniugi che non hanno la stessa residenza ma rientrano sempre nello stesso nucleo familiare ai fini ISEE. Nulla impedisce infatti persone sposate o conviventi di preferire per necessità (per esempio per motivi di lavoro) o scelta personale di vivere in due case diverse. In questa fattispecie, la legge dice che i coniugi devono scegliere una due residenze come riferimento per l’ISEE.
Questa scelta sarà valida per tutta la durata di validità del certificato. E, ovviamente, quando si sceglie la residenza di uno dei coniugi bisogna includere nel nucleo familiare anche l’altro coniuge e tutti gli eventuali figli o parenti a carico.
Se i coniugi sono separati o divorziati e vivono in case diverse, per la legge, la situazione cambia. In questo caso, infatti, gli ex coniugi danno vita a due nuclei familiari separati ai fini ISEE e devono perciò presentare due DSU.
E se uno dei coniugi risulta in convivenza? Se esempio, ha stabilito la residenza in un istituto di cura o in una caserma, o se per altre necessità ha dovuto lasciare la prima casa per andare a vivere con un parente, bisogna considerare lo stato di famiglia dell’altro coniuge. Quindi, in generale, tranne che in caso di separazione, vale la regola secondo cui i coniugi con residenza diversa possono scegliere liberamente la residenza di riferimento per il nucleo familiare.
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