Arriva un bonus in busta paga che però è una trappola. Non tutti conoscono questi particolari: cosa bisogna sapere ad ogni costo.
I bonus in busta paga sono incentivi economici aggiuntivi riconosciuti ai lavoratori e possono derivare da vari motivi e necessità. Questi incentivi possono essere destinati a migliorare la produttività, aumentare la soddisfazione dei dipendenti, oppure rispondere a specifiche politiche governative. Una delle ragioni più comuni è sicuramente l’incentivo alla produttività.
Inoltre molte aziende offrono bonus di fine anno o bonus natalizi come forma di gratificazione e ringraziamento per il lavoro svolto durante l’anno. Questi bonus sono spesso utilizzati per aumentare il morale e la lealtà dei dipendenti. Inoltre questi sussidi possono essere concessi anche come adeguamento al costo della vita. In periodi di alta inflazione come questo, le aziende potrebbero quindi erogare questi bonus. L’ultimo dei sussidi però potrebbe nascondere una vera e propria trappola.
Il bonus per il taglio del cuneo contributivo riconosciuto in busta paga ai lavoratori dipendenti, pensato per favorire i redditi più bassi, sta creando effetti distorsivi significativi. L’Ufficio Parlamentare di Bilancio, nella relazione presentata il 19 giugno 2024, ha definito questa misura una “trappola della povertà”. Infatti questa non solo disincentiva il lavoro, ma ostacola anche la contrattazione di nuovi accordi salariali. Sono diverse infatti le criticità presentate.
Il meccanismo per fasce di reddito anziché per scaglioni finisce per creare distorsioni nel mercato del lavoro. L’UpB, nel “Rapporto sulla politica di bilancio” presentato alla Camera, ha evidenziato come queste distorsioni possano influenzare negativamente sia i lavoratori che il mercato.
Il bonus contributivo, confermato dalla Legge di Bilancio 2024, prevede un esonero sui contributi IVS a carico dei lavoratori. Questo bonus è riconosciuto entro specifici limiti di reddito, risultando più alto per redditi fino a 25.000 euro, per poi ridursi progressivamente fino ad annullarsi oltre i 35.000 euro.
L’approccio basato sulle fasce di reddito, anziché sugli scaglioni, altera il profilo delle aliquote marginali effettive sul reddito da lavoro dipendente. Le distorsioni create da questo sistema possono creare una “trappola della povertà”, particolarmente evidente vicino ai limiti di reddito oltre i quali lo sconto contributivo si riduce o si annulla. Nei fatti, il taglio del cuneo fiscale può diventare un disincentivo al lavoro. Il lavoratore che riceve il bonus contributivo potrebbe essere disincentivato a cercare guadagni maggiori per evitare di perdere il “supporto statale”.
Proprio questa mancanza di progressività nel riconoscimento del bonus in busta paga ostacola anche la contrattazione di nuovi accordi salariali, particolarmente importante in un contesto di inflazione e perdita di potere d’acquisto.
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